Quando un messaggio può cambiarti la vita, per sempre
I casi di bambini dimenticati in auto sono 620 nel mondo, negli ultimi 11 anni. Si chiama amnesia dissociativa ed è un fenomeno legato allo stress e alla mancanza di sonno che può colpire chiunque e che potrebbe far dimenticare il nostro piccolo sul sedile posteriore della macchina, con la conseguente tragedia che ne può derivare.
Ora, rabbrividisco solamente al pensiero di una tale eventualità, e non mi permetto di esprimere giudizi perché li troverei fuori luogo. Tutte ci sentiamo più brave delle altre, tutte pensiamo:
[pullquote]A me non capiterebbe mai..[/pullquote]
Ma la realtà è che può capitare a chiunque. Anche alle wonder woman de’ noantri come me.
In questo articolo voglio parlavi non tanto della problematica, peraltro a lungo discussa in sedi più opportune di questa, ma quanto della possibilità di evitare altre morti e sensi di colpa atroci dei genitori.
Ho fatto una breve ricerca online e ho trovato tre soluzioni, tutte Italiane che voglio condividere con voi. Chissà che questo non permetta di salvare anche una sola vita!
Assonidi, (associazione asili nido e scuole dell’infanzia), ad esempio, invita tutte le strutture ad aderire al progetto “Scusa se insisto”. Tutti i nidi aderenti si impegnano a contattare le famiglie che non hanno provveduto a comunicare l’assenza del bambino, insistendo con messaggi, sms e/o qualsiasi ulteriore sistema ritenuto idoneo.
E lo sapete quanti nidi hanno aderito? Ne ho contati 150 almeno, sparsi per Milano e provincia, Torino e qualcuno anche su Roma e Lazio. Se volete saperne di più potete sbirciare cliccando su questo link.
In seconda istanza ho scovato Remmy che è un dispositivo pensato per la serenità dei genitori e la sicurezza dei più piccoli durante gli spostamenti in auto, programmato per segnalare i movimenti “rischiosi” del bambino e la sua presenza fin dal momento in cui viene spenta l’autovettura.
Remmy è compatibile con tutti i seggiolini auto ed è stato brevettato da due italiani che lavorano a Bologna: Carlo Donati e Michele Servalli. Informatico il primo, architetto il secondo, hanno brevettato un sistema veramente utile per aumentare ancora di più la sicurezza in viaggio e impedire la dimenticanza del piccolo a causa dell’amnesia dissociativa.
Sul loro sito, tra le altre informazioni, ho scoperto che solo il 40% dei genitori fa viaggiare i piccoli con seggiolini adatti al peso e all’età. Che dire, ragazzi? Chapeau!
“Ricordati di me”: un seggiolino collegato all’impianto dell’auto
E’ un’idea realizzata dagli alunni della classe 4^ professionale dell’I.S.I.S. Enrico Fermi di Bibbiena-Arezzo. Se il sistema registra che il bimbo è nel suo seggiolino, ma la portiera del guidatore è aperta, il motore spento e il sedile vuoto, si attivano le quattro frecce dell’auto e si apre il finestrino di qualche centimetro. E se nel frattempo il genitore-guidatore non torna, il sistema fa partire una sirena e manda un sms al cellulare precedentemente impostato.
Credo che bisognerebbe attivarsi a monte, ovvero ogni casa automobilistica dovrebbe prevedere un sistema di serie, dove si segnala il fatto che il seggiolino posteriore è in uso con un bimbo dentro, e magari far suonare un allarme appena il possessore delle chiavi si allontana più di 10 metri, chiudendo l’auto dietro di sé.
Oltre al Line Assist e al sensore di parcheggio, attendiamo che i colossi delle 4 ruote, magari utilizzino i brevetti pensati proprio dai nostri connazionali.
Fate attenzione! La sicurezza preventiva è più importante di mille rimedi.