La baby sitter: un’ancora di salvezza
La situazione delle madri che lavorano, in Italia, è sempre più una corsa ad ostacoli.
Nel Rapporto stilato dall’Ispettorato Nazionale del lavoro, tra i 42 mila neogenitori che nel 2020 si sono licenziati dal lavoro per badare ai figli, le donne sono il 77%.
Le motivazioni, a fattor comune, sono le medesime. Costi esorbitanti dei nidi privati, mancato ottenimento del part-time, nonni anziani o troppo lontani.
Ricordo perfettamente il periodo durato quattro anni, in cui far conciliare tutto è stato terribile.
La mia giornata iniziava alle 6,30. Preparavo mio figlio Flavio ed uscivo di casa alle 7,15. Traffico. Arrivavo al nido poco prima delle 8 e correvo al lavoro.
Durante la pausa pranzo lo andavo a prendere per portarlo a casa dei nonni paterni, per poi scappare di nuovo in ufficio. Lavoravo tantissimo, a volte non avendo il tempo nemmeno per andare in bagno. Finita la giornata, intorno alle 18:30 ripartivo per andare dai nonni. Quaranta minuti per parcheggiare e poi salire a prendere lo gnomo.
Di nuovo in auto, con il traffico che andava verso i Castelli Romani, ci mettevo circa un’ora per arrivare a casa.
Intorno alle 20:00, stremata, cena e poi crollavo sul divano.
Quattro anni della mia vita così.
E sono stata fortunata. Sono stata fortunata perchè avevo un marito comprensivo, che rimaneva spesso a casa in occasione di qualche malattia di mio figlio. Io avevo appena iniziato il mio percorso lavorativo. Non avevo tutele, ma un contratto a progetto che sarebbe scaduto di lì a poco.
Sono stata fortunata perchè mio figlio si è ammalato pochissimo.
Sono stata fortunata perchè potevo contare sui nonni paterni.
A distanza di 13 anni, i problemi delle madri non sono cambiati
La difficoltà di essere genitori, in questo paese, è sotto gli occhi di tutti.
Decidiamo di avere dei figli sempre più in là con l’età: un po’ per scelta, un po’ per il raggiungimento della stabilità professionale.
Avere un figlio a 40 anni, vuol dire avere dei nonni non più pienamente in grado di aiutare. Anzi. Spesso e volentieri anche la cura dei genitori con problematiche di salute, ricade sulla donna.
Gli strumenti che lo stato offre a sostegno della maternità e della filiazione non sono sufficienti. Ed ecco perchè spesso ci sentiamo sole, in una lotta impari contro i mulini a vento.
Quando la baby sitter ti salva la vita
La soluzione per far fronte a queste esigenze, e per non essere assenti sul posto di lavoro, è indubbiamente avvalersi dell’aiuto di una baby sitter.
Questo, non solo in un’ottica di organizzazione logistica, ma anche di serenità emotiva.
Perchè nessuna lo dice apertamente, ma tornare a casa stremate dal lavoro e metterci a giocare con i figli può essere uno sforzo immenso, in termini di energia.
Avere una persona che è dedicata ad interagire con i bambini, che giochi in maniera costruttiva, che parli e ascolti le loro esigenze senza avere quella stanchezza e quel nervosismo di fondo che a volte sono ingombranti, può essere una soluzione.
Ecco perchè ho fondato Mamsitter Italia, con i diversi servizi di ricerca baby sitter e personale domestico, a seconda delle esigenze.
Un modo di aiutare le madri che hanno avuto le mie stesse difficoltà, dopo che con il secondo figlio ero completamente sola a gestire tutto.
Credo fermamente che il mio lavoro e quello delle mie collaboratrici, possano veramente sollevare il carico emotivo, pratico e mentale, che le madri oggi portano sulle loro spalle, aiutandole a trovare le baby sitter giuste.
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