Sono passati 156 anni da quando Henri Nestlé, nel 1867sviluppa un rivoluzionario alimento per neonati, e assieme alla Anglo-Swiss Condensed Milk Company apre la prima fabbrica di latte condensato in Svizzera.
Oggi il Gruppo Nestlè conta 275.000 dipendenti in tutto il mondo, di cui 5.500 nel nostro paese, ed è la più grande multinazionale attiva nel settore alimentare.
In un’intervista ad adnkronos, di cui riporto fedelmente degli estratti, Giacomo Piantoni, HR Director del Gruppo Nestlé in Italia, illustra tutte le politiche di welfare volte al sostegno della famiglia e alla parità e retribuzione di genere.
La Nestlè Baby Leave
“Nel marzo 2022 – sottolinea Piantoni – insieme alle organizzazioni sindacali degli alimentaristi – Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – abbiamo sottoscritto un accordo che istituisce la “Nestlé Baby Leave”, ovvero un congedo retribuito di 3 mesi (12 settimane consecutive) di cui potrà usufruire il papà lavoratore o il secondo caregiver in occasione della nascita di un figlio o dell’adozione di un minore. La nuova policy rappresenta un importante passo in avanti rispetto ai dieci giorni previsti attualmente dalla legislazione italiana ma anche rispetto alle politiche adottate finora da Nestlé stessa che, già dal 2012 e per prima in Italia, ha introdotto due settimane aggiuntive di congedo retribuito per il lavoratore padre o secondo caregiver”.
Il sostegno alle famiglie
Sempre Piantoni, continua “Oltre al recente sviluppo della nuova policy sul congedo di paternità, tra le iniziative a sostegno della genitorialità, l’azienda fornisce gratuitamente prodotti alimentari per la prima infanzia alle neomamme e ai neopapà che ne fanno richiesta. L’azienda offre anche la possibilità di lavorare part-time per esigenze di cura dei figli sino al terzo anno di età”.
La parità di genere
“Nestlé crede da sempre e con convinzione che l’apporto delle donne al mondo del lavoro sia uno strumento fondamentale per migliorare le performance e la reputazione dell’azienda. Una convinzione che si concretizza in azioni a sostegno della parità di genere e che i numeri confermano: siamo un benchmark tra tutte le aziende italiane, e tra quelle del food&beverage, per la percentuale di donne in posizioni dirigenziali con un lusinghiero 40%, mentre la media nazionale è del 23% e quella di settore – in Italia e a livello globale – è di circa il 30%”. “Questi numeri e le iniziative che portiamo avanti – spiega il manager – ci hanno permesso di essere riconosciuti per il quinto anno consecutivo all’interno del Bloomberg Gender Equality Index (GEI) che misura l’uguaglianza di genere analizzando 70 metriche relative a cinque aspetti:
- leadership e pipeline di talenti;
- parità di retribuzione e di genere;
- cultura inclusiva;
- politiche contro le molestie sessuali;
- marchio esterno (ovvero, come l’azienda sostiene l’uguaglianza di genere al di fuori dell’azienda)”.
“In un Paese come l’Italia a trazione maschile, per colmare il gap ogni segnale è importante – è convinto Piantoni – insieme alle buone pratiche delle aziende, come il nostro Nestlé Baby Leave che prevede 3 mesi di congedo di paternità con l’effetto di bilanciare il carico familiare ancora per lo più sulle spalle delle donne”.
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