Perché le donne non dovrebbero nascere più, almeno per un po’
Ci pensavo da diverso tempo a questo articolo, perchè volevo spiegare dettagliatamente cosa voglia dire essere donna oggi, alle soglie del 21019. Probabilmente a qualcuno tocca ancora spiegarlo, perché con le mie care colleghe donne, o mamme, o amiche emergono spesso nelle conversazioni vere e proprie ingiustizie… per non parlare dei soprusi.[pullquote]
“Che ci farai con una laurea in ingegneria, se poi starai a casa a fare la mamma?”
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Non cito la fonte per una questione di privacy, ma questa frase mi ha colpita nel profondo. E’ solo una delle innumerevoli lezioni di vita forniteci (gratuitamente e senza richiesta alcuna) dal troglodita di turno che magari è anche top manager dell’azienda tal dei tali.
Mi guardo intorno, indietro, e scorgo delle differenze notevoli tra gli uomini e le donne che ottengono lo stesso tipo di incarico. Un uomo che funge da segretario è “assistente personale“, è assunto con un livello quadro ed ha uno stipendio di tutto rispetto. La donna, che svolge le medesime mansioni, è una segretaria che raggiungerà il sesto livello solo dopo 20 anni di onorato servizio.
Stesso lavoro, qualifiche diverse, stipendi diversi.
[pullquote]Il maschilismo, questo grande conosciuto[/pullquote]
Stiamo tornando indietro, in una regressione intellettuale notevole, dove anche la politica è diventata terreno masculo.
Le poche politichesse rimaste o l’hanno data oppure sono talmente cesse che non se le fila nessuno. Perché non si va mai oltre. Non si ammirano quelle donne che sono arrivate ai posti di comando, anzi. Si sottolineano i percorsi che queste hanno fatto per arrivare, chissà come e chissà perché. Come se gli uomini che fanno politica siano assolutamente esenti da scorciatoie o favoritismi di dubbia moralità.
La mia non è una considerazione assolutistica, ma dovevo parlare…anzi dovevo gridare allo scandalo!
Essere donna è complicato. Ci si aspetta da noi abnegazione totale alla famiglia, alla casa, all’uomo. Siamo catechizzate da piccole a dover fare le faccende domestiche.. ci comprano per natale i ferri da stiro e gli aspirapolveri giocattolo, così come la cucina…regno indiscusso di Carlo Cracco e delle massaie (donne).
Se lavoriamo, trascuriamo i figli. Se non lavoriamo non abbiamo ambizione e ci accontentiamo di essere mantenute. Se facciamo le mantenute, pensando alla famiglia e dedicandoci ai figli, un giorno qualcuno potrà stufarsi di noi e avere attenzioni per altre.. e quindi noi dovremo smetterla di fare le mantenute e andare a lavorare.. ingrate e sfruttatrici!
Nella gestione dei figli, per carità, non ci si può alzare di notte in due.. non si possono prevedere turnazioni… il carico della casa spetta a noi anche se lavoriamo… e ancora ci meravigliamo che ci siano tutte queste separazioni?
E quando la mattina vai al lavoro, devi darti da fare il doppio per meritare meno di quello che hanno i colleghi uomini. E se per caso i tuoi figli stanno male:
[pullquote]ecco il problema di assumere donne in azienda, che poi fanno i figli[/pullquote]
Vergogna. Questo mi viene da dire. Vergogna per non aver aggiornato l’ultima versione di vostri plugin cerebrali (ammesso ne abbiate). Vergogna per quello che insegnate alle vostre figlie femmine, mentre state seduti e queste devono sparecchiare perché “si fa così da sempre”. Vergogna per ogni cosa che non cercate di capire, ma che imponete per partito preso.
Si, si può dire che io abbia l’invidia del pene.. e che sia dannatamente arrabbiata per essere nata dalla parte sbagliata della barricata.. quella dove ti fai un culo immenso, e non ci sono meriti in questo, che tanto non fai niente di diverso dalle altre.
Care altre, ma chi lo ha deciso che dobbiamo lavorare 7 volte di più di un uomo ogni giorno per tutto il resto della nostra vita? Carissime altre, ma che davero? Ma veramente a voi non passa mai per la testa che i calzini per terra possono pure raccoglierseli?
A voi non passa mai per la testa che se dividessimo le fatiche potremmo essere tutti più felici? Oppure questo maschilismo è solo una copertura? Perché siamo troppo brave a fare tutto e voi dopo 2 settimane vivreste in un disastro?
Ma nelle mie mani ho una potente arma di cambiamento: i miei figli maschi.
Come disse qualcuna “spezzo la catena“. Quella, care mie, dell’assoggettamento femminile, del maschilismo e della disparità di trattamento.
Spezzo la catena di non insegnare il valore della donna, il fulcro e il faro di ogni uomo che la affianchi.
Spezzo la catena e non vi insegnerò ad essere serviti e a pretendere di diritto, come foste rampolli reali, anche solo un caffè.
Spezzo la catena e vi dico che ci vogliono le palle per essere donna oggi, e voi siete fortunati a non doverlo sapere mai.
E non dovrebbe essere difficile, in un paio di decenni, di spezzarle tutte…queste catene.